Per chi ama i numeri, soprattutto in quel deserto che è la nautica, dove i dati commerciali sono cose da carbonari, trovo interessante il comunicato Suzuki Italia sotto forma di intervista al direttore commerciale Polo Ilariuzzi.
Per altro sottolineo come Suzuki Italia, tra i pochi ad investire in modo deciso nel settore, abbia raccolto i frutti di una politica d'attacco, mentre altri si sono limitati alla difensiva.
Offre buoni spunti di curiosità. Vi giro i tratti salienti. Tener presente che in Italia il mercato dei fuoribordo dai 21.626 pezzi del 2010 era sceso a 11.109 del 2013, per poi riprendersi, con un fatturato che dovrebbe aggirarsi intorno a €150 milioni. Per capire l’ordine di grandezza siamo vicini al fatturato Italia della sola BMW due ruote…
“Secondo le nostre stime, il mercato dei fuoribordo in Italia nel 2018 è cresciuto del 8,6% .
Con 17.000 motori venduti il mercato si sta quindi stabilizzando su valori che si avvicinano agli anni immediatamente prima della crisi,
In termini complessivi la nostra quota di mercato è cresciuta del 21,5% e ora Suzuki rappresenta il 22,5% del totale dei motori venduti in Italia.
Nella fascia dei fuoribordo più potenti, da 300 HP in su, abbiamo fatto un vero e proprio balzo in avanti, + 91,7%, soprattutto se rapportato alla crescita totale del segmento, che è stata del 18,5%. Grazie ad esso oggi rappresentiamo il 26,4% del segmento.
Tutti i nostri fuoribordo conducibili con patente sono andati molto bene e oggi Suzuki in questo ambito ha una quota di mercato del 29,2%.
anche nel segmento compreso fra 150 e 200 HP dove Suzuki ha una quota di mercato pari al 30% del totale.
I 40HP numericamente valgono circa un terzo del mercato e nel 2018 questo specifico segmento è cresciuto del 12%.
Raggiunta una quota di mercato pari al 21,5%, grazie a un +31,4% di vendite del DF40A rispetto al 2017”.