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Queste "protesi" applicate alle staffe originali mi hanno consentito un guadagno di 2,5+2,5cm. di allontanamento dei due inneschi dal perno centrale di rotazione (nella foto si può notare la distanza dei nuovi innesti rispetto a quelli originali).
Più semplicemente si possono rifare ex-novo dette staffe da un fabbro sulla base dell'originale con le opportune variazioni.
(5) Durante il rullaggio devono mantenersi stabili ed equilibrate senza subire deformazioni anche con forte carico o in occasioni di colpi secchi in verticale.

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Oltre che dimezzare i fori sulla poppa, la soluzione dei due bulloni al centro della staffa con tanto di rondellone, mi appare più robusta dei quattro bulloni agli angoli dell'originale anche considerando lo sbilanciamento laterale dovuto all'unico braccio di sostegno.
Il sostegno centrale da me adottato con le due ruote ai lati, rende molto più scorrevole ed equilibrata la rotazione soprattutto nelle sollecitazioni secche verticali che possono verificarsi, ad esempio, in occasione degli atterraggi in spiaggia con mare mosso oppure quando si rulla a secco con un fondo pieno di buche.
(6) Devono posizionarsi più distanti possibili tra loro per acquisire la massima stabilità del battello in fase di rullaggio.

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Considerando che le ruote esterne si trovano oltre l'allineamento dei tubolari, la maggiore stabilità laterale nel rullaggio è certamente superiore rispetto alle istallazioni tradizionali.
Questa qualità si apprezza nella movimentazioni su fondi sconnessi oppure quando si atterra sulla spiaggia in velocità con mare mosso (più avanti specificherò meglio questa situazione).
(7) Devono essere in acciaio inox scatolato col miglior rapporto robustezza/leggerezza.Non mi sembra conveniente fare speculazioni sui materiali per acquisire un accessorio così importante. Conviene sempre scegliere articoli in acciaio inox scatolato spesso almeno 1mm. (2mm. per la staffa).
Così si realizza il miglior rapporto robustezza/leggerezza e durata nel tempo.
Anche nel caso di cambio dello smontabile - entro certi limiti - possiamo trattenere le nostre ruotine modificate da montare sul nuovo mezzo.
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A completamento dell'argomento trattato vorrei segnalare un altro articolo particolarmente interessante disponibile in commercio.

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Queste articolo è già disponibile con ruotine singole di diametro 26 con possibilità di sdoppiarle con una seconda ruota previa sostituzione dei perni. Anch'esse hanno i bracci inclinati per posizionare le ruote sotto la carena.
Il loro particolare tipo di innesco le fanno scendere verso il basso fino ad allinearsi più o meno a filo della poppa.
In questa situazione le ruotine sdoppiate incrementano il loro ingombro verso il motore ma non dal lato della calandra più alta, bensì ai lati del gambo più basso il quale, essendo più stretto, potrebbe salvaguardare i movimenti di sterzata. Va chiarito però che non tutti i motori hanno il gambo molto stretto. Ad esempio il 15hp2t aspirato della Evinrude e molti altri hanno il corpo motore che si incrementa anche lungo il gambo il quale potrebbe ostacolare la sterzata battendo contro la seconda ruotina.
In ogni modo, qualora ciò fosse possibile, il risultato potrebbe essere analogo al mio con la sola differenza della "carreggiata più larga" delle ruotine da me modificate.
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Concludo questa lunga esposizione, nella speranza di non avervi annoiato, elencando altre situazioni nelle quali le ruotine, così modificate, si rendono ancora una volta davvero preziose.
Può capitare di dover muoversi in dislocamento su di un basso fondale sotto riva col pericolo reale di urtare il piede e l'elica contro un ostacolo.
In questi casi è sufficiente mettere le ruotine giù pronte ad intervenire per proteggere l'elica che le segue.

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Ancora nella pratica del campeggio nautico, con la tenda montata a bordo, le ruotine mantengono più sollevata la poppa rispetto alla prora più bassa. Questa particolarità si combina molto bene con la battigia la quale, avendo una pendenza contraria, consente al battello di posizionarsi in un assetto perfettamente orizzontale anche in presenza di fondi sconnessi e sassolosi.
Infine vorrei riportare un'altra particolare esperienza vissuta nel corso della pratica del campeggio nautico a largo raggio in occasione della
quale ancora una volta le ruotine si sono rivelate assolutamente preziose.
Nelle numerose spiagge sulle quali sono atterrato, esposte al mare aperto talvolta mosso oltremisura, ho sperimentato con successo la seguente tecnica di atterraggio:
"""-- in assenza di un corridoio d'atterraggio abilitato, giungo ad una cinquantina di metri dalla spiaggia per individuare il punto dove sbarcare lontano da eventuali bagnanti o rocce semiaffioranti che si rendono visibili grazie alle schiume generate dai loro impatti contro le onde,
-- da poppa ribalto le ruotine sotto la carena (esse restano ben fissate allo snodo grazie alla loro spinta positiva verso l'alto),
-- con decisione mi posiziono sul dorso più alto di un'onda, facendo attenzione a non superarla, e corro verso terra alla sua stessa velocità finché le ruotine toccano il fondo rullando mentre l'elica ruota sempre liberamente in spinta senza pericolo di grattare sul fondo perché si mantiene costantemente più alta delle ruotine che la precedono,
-- grazie alla posizione più alta sull'onda, alla spinta continua dell'elica e all'abbrivio generato dalla velocità, il gommone balza in avanti sulla battigia parzialmente fuori dall'acqua bloccandosi dopo aver strisciando un po' l'apice della prora,
-- adesso le ruotine mantengono parzialmente sollevata la carena da terra creando un tunnel vuoto sottostante dove si scarica buona parte dell'energia prodotta dalle nuove onde in arrivo che battono contro la poppa mentre l'elica continua a girare per metà in aria e con lo scarico che romba fuori dall'acqua,
-- per guadagnare tempo do uno strattone al cavetto per spegnere il motore mentre con un balzo scendo a terra per agguantare il maniglione di prora e trascinare il gommone un paio di metri sulla battigia. - Fine.
Una volta imparato il "giochino" le suddette manovre si eseguiranno agevolmente e sempre in condizioni di buona sicurezza.
Invito tutti voi a ripetere questa tecnica di atterraggio emozionante e davvero... molto "adrenalinica".
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VANTAGGI CONSEGUITI GRAZIE ALLE MODIFICHE DA ME ADOTTATE
Ma quali sono i vantaggi reali ricavati dalle modifiche da me adottate?
Provo ad elencarli in un bel "dodecalogo" in ordine di importanza evidenziando le differenze rispetto agli standard proposti dai vari costruttori.
(1)
Contrasto all'affossamento delle ruote su sabbia asciutta, sabbia granulosa, sassaiola e ciottolame sconnesso. A differenza delle monoruote tradizionali le quali tendono ad affossarsi su ogni fondo cedevole rendendo difficoltosa la loro rotazione, le doppie ruote gemelle da me messe a punto raddoppiano la superficie di contatto a terra rullando con maggiore agilità senza affossarsi su qualsiasi fondo. E' così possibile trainare il battello con particolare facilità attraversando la spiaggia a partire dall'auto o dalla nostra postazione del campeggio sul mare.
(2)
Maggiore bilanciamento e robustezza. Praticamente la totalità degli attuali costruttori adottano bracci di supporto necessariamente posti al lato di un'unica ruota. I bracci e i mozzi delle ruote sono così sottoposti a continue tensioni sugli stessi bracci che li sbilanciano verso l'esterno oltre alla torsione su se stessi tant'è che i modelli col fulcro fissato in alto necessitano di una ulteriore guida aggiunta nella parte bassa della poppa (altri fori sulla poppa!!).
La soluzione da me adottata consente di far lavorare i mozzi in condizioni di perfetto bilanciamento sia laterale che torsionale. Ne guadagnano una maggiore scorrevolezza e l'assorbimento dei colpi secchi dovuti a sobbalzi (ad esempio sull'asfalto l'impatto contro una banchina o le cunette) senza il rischio di deformarsi.
(3)
Rotazione sui mozzi con cuscinetti. L'adozione di cuscinetti sui mozzi delle ruote le rende più scorrevoli anche con forti pesi grazie agli attriti volventi. Si tratta di piccoli cilindretti in metallo (che io ho sostituito in inox) che ruotano a contatto dell'asse in acciaio inox.
(4)
Altezza da terra della carena ridotta a 30cm. Rispetto alle ruote originali di Ø38 con l'adozione delle mie Ø26 porto la carena a soli 30cm. da terra. Questo particolarità mi consente di far galleggiare il gommo in minore profondità rendendo più agevoli le operazioni di alaggio/varo soprattutto nei fondali che degradano più lentamente o con la bassa marea.
(5)
Massima stabilità con la "carreggiata larga". Grazie alle ruotine esterne oltre l'allineamento interno dei tubolari, la stabilità è ancora migliorata. Nelle situazioni critiche di atterraggio in presenza di frangenti, viene ridotto il pericolo di ribaltamento.
(6)
Eliminati tutti gli spigoli dell'accoppiamento bracci/ruotine. Sappiamo che gli spigoli metallici in mare sono sempre da evitare perché fonte di urti ed escoriazioni. La parte terminale dei bracci sono protetti dalle ruotine ai loro lati eliminando così qualsiasi superficie metallica contundente scoperta.
(7)
Risciacquo del motore dopo l'uso. Nel mio Evinrude 9.9hp la distanza tra la piastra anticavitazionale e l'estremità della pinna è di 26cm. Questa misura è particolarmente intonata alla distanza da terra delle ruotine (26+4=30cm.) Al ritorno dall'uscita in mare col gommone orizzontale posso sciacquarlo facilmente dopo l'uso col mastellino alto 30cm. pieno d'acqua e il piede tutto immerso.
(8)
Utilizzo delle ruotine nelle operazioni di uscita e ritorno dall'escursione. Questo accessorio torna utile anche nelle operazioni di partenza dalla spiaggia e ritorno.
Specie in presenza di frangenti le ruotine giù sono pronte ad intervenire se le oscillazioni verticali avvicinano la carena a meno di 30cm. dal fondo. Se si è in due mentre uno tiene fermo il gommo con prora a mare, l'altro può salire a bordo per avviare il motore. Una volta in moto tutti a bordo affrontando di petto i frangenti e solo dopo averli superati si potranno ribaltare le ruote e riportare il motore in assetto di navigazione planante.
Al ritorno prima di entrare nelle barre dei frangenti mettiamo giù le ruotine e ci posizioniamo sul dorso di un frangente, senza superarlo, dando potenza per procedere verso terra alla sua stessa velocità. Il motore spingerà il gommo finché la carena a prora tocca la sabbia (l'elica può girare libera perché si trova sempre ad una profondità maggiore delle ruote che la precedono). Dopodiché scenderemo a terra per agguantare il maniglione di prora fino a trainare il gommo oltre la battigia.
(9)
Navigazione in bassi fondali. Si potrà navigare lentamente in bassi fondali rocciosi senza pericolo di toccare il piede grazie alle ruotine giù che precedono l'elica pronte ad intervenire se un ostacolo si avvicina troppo vicino alla carena o all'elica.
(10)
Campeggio nautico... emozionale. Nella baia deserta tiriamo in secca il gommo di prua stazionandolo nella pendenza della battigia con la prua appoggiata sulla sabbia e le ruotine più in basso finché resta livellato in orizzontale. Fissiamo l'ancora ben piantata sulla spiaggia più avanti fissando la cima tesa sul maniglione. Montiamo la tenda predisposta ad essere montata sul piano superiore dei tubolari e sopra le panchette.
Buonanotte e sogni d'oro sotto le stelle in compagnia della "dolce musica" prodotta dalla risacca del mare sotto di noi.
(11)
Protezione della carena e del motore. Chi, come me, ha fatto esperienza con gli smontabili sa che la parte più delicata del gommo, quando lo spostiamo sulla battigia dopo l'approdo, è la carena e i coni nella zona poppiera appesantiti dal motore. Anche se lo solleviamo di peso per spostarlo, poi dobbiamo riappoggiarlo a volte sopra sassi appuntiti giungendo a logorare quelle superfici fino a sfondare la carena o bucare i tubolari.
Queste ruotine sono dunque preziose perché, in ogni caso, terranno sempre sollevata e protetta da terra la carena, oltre all'elica e al piede del motore.
(12)
Ma qual è l'impatto estetico dell'insieme? Sono molti gli appassionati che storciono il naso alla vista delle ruotine di Ø38cm. che sporgono vistosamente a poppa superando in altezza lo stesso culmine del motore.
Ebbene ammirando la soluzione da me adottata probabilmente dovranno ricredersi oltre che per la loro maggiore compattezza anche perché esse restano molto al disotto della sommità del motore. Ciò è dovuto oltre che al diametro ridotto delle ruote anche ai loro bracci di sostegno più corti e fissati nella parte più bassa della poppa.
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Per quanto mi riguarda posso dire di avere raggiunto felicemente gli scopi che mi ero prefisso che considero notevoli avendoli applicati ad un gommone di queste dimensioni. A costo di peccare di immodestia ritengo che la soluzione da me adottata riassuma e risolva un po' tutti i limiti e gli inconvenienti comuni alla maggior parte delle ruotine oggi in commercio.
Adesso posso affermare con una puntina d'orgoglio:
Ruotine di alaggio/varo/atterraggio per smontabili: la perfezione esiste! Naturalmente sono a disposizione per chiunque desideri replicare per sé la mia esperienza.
Grazie per avermi letto. GIACOMO
(FINE)