Esperienze Flyer 646 con Mercury 150 EFI 4T ed eliche Enertia
Inviato: 6 luglio 2023, 19:36
Memobon:
La 19" ha subito qualche piccolo ritocco ma, con la pausa invernale 2022-23 ne ho approfittato per rendere più sostanziali le modifiche (che ancora non sono terminate del tutto). quanto segue si riferisce alle prove fatte nelle estati 2018 e 2019 sul mio Flyer (dotato di flaps e power lift) prima di procedere alla importante modifica del motore passato da gambo L a XL.:col mercurone 3000 hai gia provato a modificare qualche elica ?
Esperienza navigazione 2018
Nel corso delle vacanze 2018, avevo constatato, in seguito alle modifiche apportate (secondo i criteri precedenti) all’elica Mercury Enertia da 19”(passo) x14” (diametro), una eccezionale “presa” in acqua della stessa, anche con elevati angoli di trim, senza manifestare sintomi di ventilazione, tanto che, nonostante il Flyer 646 (carena Donno) tenda “di suo” a tenere giù la prua a velocità elevate, l’imprimere elevati angoli di trim al motore comportava un sensibile innalzamento della prua, la conseguente diminuzione della superficie bagnata e, quindi, un sensibile aumento della scorrevolezza. A queste conclusioni sono arrivato vedendo che il numero di giri massimo raggiunto dal propulsore era lo stesso raggiunto in precedenza con l’elica Enertia da 18” di passo (non modificata). La maggiore velocità e la minore superficie bagnata dello scafo avevano però un effetto sgradevole: la precaria stabilità laterale della carena ad alta velocità, conseguenza anche della quasi nulla sporgenza posteriore dei coni dei tubolari del Flyer.
Sulla base di queste osservazioni alla fine dell’estate 2018 ho deciso di apportare le seguenti modifiche:
- Per ovviare al piede più corto dell’L normale: montare una piastra distanziatrice del motore dallo specchio di poppa in PVC compatto di spessore 50 mm. per migliorare ulteriormente la presa in acqua dell’elica;
- Per incrementare in modo graduale e mirato la stabilità laterale ad elevata velocità e longitudinale in presenza di forte moto ondoso o vento, una coppia di flaps Lenco elettroattuati;
- Per verificare la possibilità di mantenere la stessa velocità di crociera (22 kts) esattamente al regime di coppia massima (3.000 giri/min) montare un’elica da 20”x13,8” (con la 19”x14” ero circa a 3400);
Esperienza navigazione 2019
Avendo messo già abbastanza “carne al fuoco” (anche per mancanza di tempo) ho montato l’elica Enertia da 20” senza alcuna modifica. Osservazioni:
- Il motore Mercury 150 EFI ha dimostrato di possedere una coppia “taurina” ai bassi regimi. Stima confermata dal suo comportamento con l’elica più lunga, il dato del regime di coppia max pari a 3000 giri. Ciò risulta non solo dalla facilità di ingresso in planata e di risposta alla manetta del gas ma, ancor di più, dalla costanza di regime tenuto in condizioni di mare “particolarmente” ostiche: vento di bora di prua rinforzato da effetto Venturi all’interno del “canale” tra la terraferma e l’isola di Pasman con corrente sostenuta (per lo stesso motivo) in direzione esattamente contraria. Questa condizione meteomarina generava onde di altezza 1 – 1,5 mt. di altezza ma di estrema ripidezza e basso intervallo. Senza interventi sulla manetta del gas (rispetto alla condizione di vento da poppa), il regime rimaneva pressochè costante nonostante avessi dato 6/8 di tacche luminose dei flaps in basso, ottenendo una navigazione estremamente “morbida”. La velocità al GPS calava di 1 – 2 nodi (normale visto la velocità relativa del mezzo acqueo) mentre la percorrenza rimaneva costante tra 1 – 1,1 mg/lt (velocità misurata dallo speedometro). Carico 2 persone + circa 80 lt benzina (al 40% tra serbatoio anteriore e posteriore);
- Come da attese l’installazione dei flaps ha ottenuto in pieno l’effetto voluto in termini di assetto ottimale in tutte le condizioni meteomarine e di velocità. Anche la facilità di manovra in porto e in presenza di vento risulta rilevantemente migliorata (con flaps tutti giù) attraverso il quasi azzeramento, in manovra, dello scarroccio di poppa derivante dal peso del fuoribordo (nonostante la già citata assenza di azione frenante dei coni dei tubolari). Una sorpresa positiva invece è stata la sensibile azione stabilizzante del rollio alla fonda evidenziata nel confronto diretto con altro RIB (legato assieme con corda elastica) che, sulla carta, avrebbe dovuto essere ben più stabile sia per dislocamento che per immersione dei coni di poppa. Parlo del MarCo 23 Work di Ester Seat (Ex titolare di Nautica Biograd), eccellente battello ma (con pieno serbatoio e fuoribordo Mercury Verado 150 pesante almeno 25 kg. più del mio EFI) più lungo di circa 50 cm. e pesante (a vuoto e senza motore) almeno 300 kg. più del Flyer 646. La spiegazione dell’effetto imprevisto potrebbe essere nella diversa “velocità di rotazione” degli strati più superficiali dell’onda (quelli che agiscono sulla superficie dei tubolari) rispetto a quelli presenti alla profondità a cui sono montati i flaps. Questa diversa velocità evidentemente determina un effetto frenante delle superfici di controllo dei flaps al movimento di rollio, come se fossero freni idrodinamici;
- Confermo che i 22 nodi li prendo a 3000 giri contro i 3300 dell’elica da 19, quindi esattamente al regime di coppia max con identica percorrenza in miglia/lt. Invece l’aver utilizzato un’elica non preparata da me ha evidenziato oltre i 4.000 giri diversi limiti sui quali ho svolto uno studio personale, ovviamente empirico, cioè basato esclusivamente sulle mie percezioni riguardanti l’assetto longitudinale, la spinta percepita rispetto all’azione sulla manetta del gas e del trim e, naturalmente il numero di giri e la velocità raggiunta. Ovviamente non si tratta che di conclusioni del tutto personali.
Osservazioni sul comportamento in velocità:
Quando ho spinto sulla manetta del gas ho constatato una rapida accelerazione fino ai 4000 giri, poi un rallentamento nel salire ulteriormente di giri con un effetto strano: il rombo del motore aumentava in proporzione all’apertura del gas ma non così proporzionalmente la velocità.
Altra sensazione strana è stato il progressivo abbassamento (leggero ma percettibile per me che conosco bene il mezzo) della prua al di sopra dei 33 – 34 nodi.
A questo punto, così come fatto l’anno scorso (quando montavo l’elica da 19” preparata) ho azionato il pulsante del trim, inizialmente neutro, per alzare l’asse elica. Avvertivo un iniziale leggero recupero dell’assetto longitudinale ma ben lontano dall’effetto ottenuto con l’elica ritoccata, insistendo con il trim ho avvertito (molto prima di quanto verificatosi con la 19”) l’inconfondibile tendenza ad imballarsi dell’elica che ventila e inizia a perdere presa. In definitiva, anche spingendo al massimo perdo decisamente in termini di velocità massima fermandomi ai 36 – 37 nodi (con la 19 avevo preso i 38 ma ne avevo ancora quando ho calato il gas per la manifesta instabilità di assetto trasversale) ma anche di giri motore fermandomi a 4800-4900 a fronte dei 5200 toccati con la 19”.
Considerazioni
La prima, naturale conclusione di qualunque “esperto” nell’assemblaggio motore-scafo sarebbe che l’elica da 20” è troppo lunga per questo insieme gommone-motore. Ma il comportamento a velocità di crociera (sensazione di facile ed immediata risposta al gas) in aggiunta ai comportamenti da me evidenziati come “strani” in riferimento alle prove fatte l’anno scorso con l’elica da 19” (preparata) mi suggeriscono di approfondire l’analisi ricercando le motivazioni alla base dei comportamenti da me definiti “strani”.
Il più rilevante è stato l’abbassamento della prua al crescere della velocità. Su un altro scafo di progettazione Donno l’avrei attribuito alla presenza del pianetto di poppa con funzione portante (però solo con angoli di corsa rilevanti, cosa che nel mio Flyer, per la voluta distribuzione dei pesi, non si verifica) ma la motivazione non regge confrontando il comportamento di Era Ora 2019 con quello di Era Ora 2018 (opera viva identica), anzi se differenza doveva esserci era ad alzare la prua, non il contrario, visto che il motore è stato spostato di 50 mm. più lontano dallo specchio di poppa.
A cosa si deve allora questo “strano” comportamento?
Continua